VIOLENZA PSICOLOGICA SULLE DONNE: L’ALTALENA EMOTIVA IN UNA MOSTRA

«Da quando sei con me ti sei raffinata, prima eri un’accozzaglia di cose». «Ti devi vestire sempre con la giacca che stai meglio». «Il tuo profumo è insopportabile».

Sono frasi che tante donne – forse non sempre negli stessi termini – si sentono dire ogni giorno. Apparentemente sono solo parole. Che però, ogni volta, provocano in loro delle ferite profonde e sono accompagnate da tentativi continui di sminuirle, seguiti da momenti bellissimi e poi da critiche, minacce, insulti e ancora bei regali e sorprese in quella che è un’altalena emotiva che di fatto tratteggia i contorni di una violenza psicologica.

Sono le stesse frasi che per anni si è sentita dire Roberta Stifano, che ha deciso di raccontare ciò che ha vissuto con la mostra “Dal tunnel”

Un percorso sulla violenza psicologica sulle donne
Questa mostra non è solo un’esposizione. In primis perché oltre a quadri, installazioni e statue realizzati da Roberta Stifano, per tutti i nove giorni ci saranno incontri con professionisti come Milo Segantin, esperto in dinamiche di manipolazione affettiva e relazionale, e Cinzia Mammoliti, criminologa. E anche dibattiti, spettacoli teatrali, danze per affrontare il tema della violenza da più punti di vista e in modo diverso dal solito. E poi perché tutto il progetto ha un obiettivo su tutti: puntare i riflettori sulla violenza psicologica, molto meno nota di quella sessuale o fisica, ma non per questo meno grave.

“Dal tunnel”, del resto, non è un titolo casuale. Spiega l’ideatrice:

«Si tratta di una sorta di percorso “a punti” che, attraverso delle rielaborazioni intime e psicologiche, ho voluto realizzare per raccontare le varie fasi di chi si trova vittima di violenza, dando voce, attraverso l’arte, al disagio emotivo che ho vissuto qualche anno fa a causa di una relazione. Mi piace pensare che, grazie a questa mostra, donne vittime di violenza si possano in qualche modo riconoscere e pensare “Ma questo è quello che sta capitando anche a me”».

violenza psicologicaIl fatto che si parli sempre più di violenza fisica, non considerando molto l’aspetto psicologico, infatti, fa sì che chi la subisce non sia in grado di riconoscere gli elementi di una relazione affettiva di questo tipo, né di prendere provvedimenti per liberarsene.

Dal tunnel: una mostra dall’innamoramento alle offese
La mostra va in crescendo. Inizia con i quadri che rappresentano la prima fase, quella dell’innamoramento, in cui la vittima crede nell’amore, nelle promesse che vengono fatte, nella dolcezza ed è passionalmente remissiva.

Si prosegue con il momento di coscienza in cui in qualche modo ci si rende conto di vivere un amore malato ed è, invece, con le due installazioni “Accozzaglia di cose” e “Torre N.5” che la Stifano tratta il tema delle offese ricevute.

Lei stessa veniva definita dal suo ex come qualcosa senza forma e senza senso. Una “accozzaglia”, per l’appunto. Che aveva trovato «una sua dimensione solo grazie a lui». Un uomo che lei rappresenta come una torre perché «come tutti i narcisisti patologici, era pieno di sé, gambe larghe, petto in fuori. Il corpo dimostrava il suo modo di essere: tronfio fuori, arido dentro», precisa l’artista.

Una gabbia di pensieri che sfocia nella rinascita
Si prosegue quindi con la gabbia di pensieri: una statua bianca dentro una ragnatela che simboleggia la rete creata dal narcisista verso la sua vittima per destabilizzarla. C’è poi un’altra statua, questa volta distesa su un letto di truccioli, che simboleggia la transizione. Mentre l’ultima, la Rinascita, è in posizione eretta su un letto di ceneri a simboleggiare, appunto, la rinascita dalle proprie sofferenze.

Tutte le statue, tranne l’ultima, sono realizzate su modelle vere e sono senza volto, quasi a ricordare un fantasma, ciò che diventa la vittima del narcisismo. Il percorso è accompagnato da letture di brani e poesie, musiche, e luci. Nell’allestimento l’artista, che lavora come amministrativa in una scuola, è stata aiutata da un esperto.

(fonte www.osservatoriodiritti.it)